
Tutti Frutti
LA LOGGIA INGHIRLANDATA
Lucia Tongiorgi TomasiSin dall’antichità intrecciare e legare verzure era incombenza femminile, preferibilmente delle vergini; e quelle corone di fiori e foglie e nastri tornavano, come motivo ornamentale, in gioielli, su sarcofagi e are, spesso tra putti tripudianti. Chiamato ad affrescare la casa di Agostino Chigi, oggi conosciuta come Villa Farnesina e sede dell’Accademia dei Lincei, Raffaello incaricò il suo allievo Giovanni da Udine di allietare la Loggia di Psiche con l’arte, cara agli Antichi, delle ghirlande e dei festoni. Sin da ragazzo Giovanni aveva avuto, nel “contraffare tutte le cose naturali” una mano felice; alla Farnesina ebbe l’occasione di esercitare questa valentia celebrando la varietà euforica del mondo vegetale – oggi si direbbe: la biodiversità botanica. Più che corone di foglie e fiori, quei festoni, cui Vasari tributava un’ammirazione incondizionata, erano superbe imbandigioni di cose commestibili – frutti, foglie, radici, baccelli –, incluse alcune arrivate da poco dalle Indie Occidentali, come fagioli e pannocchie di mais.