
Quante mosche alla Masone
QUANTE MOSCHE ALLA MASONE
Sylvia Ferino
La mostra che il Labirinto della Masone dedica alle mosche - anche se a una sola varietà: le Muscae Depictae, o Mosche dei Musei - può essere interpretata in molti modi: come omaggio a bestiole da sempre affezionate a questi luoghi - intendo alla Bassa parmense - e, da parte mia, anche come atto di espiazione (durante l’estate mi accade di giustiziarne parecchie e pure con una certa destrezza). In Justine il marchese di Sade scrisse: il faut tuer ceux qui nous gênent, “bisogna uccidere quelli che c’infastidiscono”: è la mia linea di condotta, anche se solo nei vostri confronti, o ditteri! Molti anni fa Franco Maria Ricci pubblicò uno studio affascinante e pionieristico: Musca depicta di André Chastel; questo progetto di mostra si ispira a quel libro. Musei e collezionisti privati ci hanno prestato le loro mosche e a quelle “antiche” si sono aggiunte le mosche di artisti contemporanei come Damien Hirst e Yoko Ono.
Laura Casalis