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Introibo ad Altare Dei

Tortiglioni alla siciliana
Giorgio Villani
Fotografie di Massimo Listri

TORTIGLIONI ALLA SICILIANA

Giorgio Villani

Se l’officiante indossava pianeta o piviale, anche l’altare aveva un paramento: il paliotto, da pallium, mantello. Era, a seconda delle epoche, mobile o fisso, drappo ricamato, cofano d’oro e argento, glassa di scagliola che fingeva il marmo; ma di veri, preziosi e ben commessi marmi, tutti da cave sparse in Sicilia, sono i mirifici cinque paliotti dell’Immacolata Concezione a Palermo. Raffigurano prospetti architettonici in cui domina il motivo della colonna tortile, detta anche salomonica perché, si dice, usata per le prima volta a Gerusalemme nel Tempio voluto da Salomone; ed è il mito della Città e del Tempio, di cui l’Altare è il cuore, a specchiarsi nella torsione di quei fusti, in verzieri di pietra, in tende e terrazze, insomma nelle vedute di una Gerusalemme esuberante e barocca, forse celeste o forse terrestre, ma di sicuro sicilianissima.