Accedi a tutti i contenuti!
Questa storia è disponibile solo per gli abbonati.
Registrati ora per leggere tutti gli articoli di FMR.
Annulla o sospendi l'iscrizione quando vuoi.
Abbonati ora Sei già abbonato? Log In

La vita ordinaria delle cose

Morte e trasfigurazione del mondo contadino
Roberto Tassi
Fotografie di Mauro Davoli

MORTE E TRASFIGURAZIONE DEL MONDO CONTADINO

Roberto Tassi

Come me, Ettore Guatelli era un collezionista; ma, più astuto di me, collezionava cose che non costavano niente, che la gente buttava via. Una cosa mi stupisce: falcetti, vanghe, zappe, martelli, rotelline per tagliare la pasta, scarpe mille volte risuolate, eccetera, erano ancora in uso quando vennero raccolte; tuttavia Guatelli ne parlava come di “cose del passato”. Questa incongruenza si spiega col sentimento della décadence contadina, del tramonto inevitabile di certi modi di vita. Conservarne la memoria a Guatelli non bastava: voleva che quegli oggetti umili venissero glorificati, trasfigurati… Nelle teologia greca la parola “catasterismo” indica la metamorfosi in costellazioni di animali, uomini, parti del corpo (per esempio la chioma di Berenice); a suo modo Guatelli fu autore di catasterismi: disposti sulle pareti secondo ritmi grafici o appesi ai soffitti, oggetti appartenenti alla vita ordinaria delle campagne gremiscono la sua casa come le stelle gremivano i cieli notturni della nostra infanzia, quando l’inquinamento luminoso non esisteva ancora.

Franco Maria Ricci, 2017