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Vita da star

L’ultimo amore di Byron
Vincenzo Patanè

L’ULTIMO AMORE DI BYRON

Vincenzo Patanè

Diciamo “Byron” e invece che dalla musica di versi impossibili da dimenticare, come accade con i grandi poeti, siamo investiti dall’immagine di “quel profilo fatale, quel mento risentito, quelle curve labbra, quelle palpebre leggermente abbassate su uno sguardo orgoglioso, quei capelli elegantemente scomposti, e l’apollineo collo emergente dalla camicia aperta. Byron lo vediamo ancora come lo videro le donne sue contemporanee le quali, chi più chi meno, sognarono di lui” (Mario Praz). Ebbe col suo tempo il rapporto che le star del rock hanno col nostro. Era il contrario dello scrittore querulo: nei suoi Diari avanzò il sospetto di aver avuto successo più di quanto meritasse. Questo controcanto ironico agli scandali, alle passioni, alle pose lo rende ancora oggi attraente. FMR dedica queste pagine al suo ultimo amore e alla scia di suggestioni con cui, da Hayez a Delacroix, Byron agì sulla pittura, arte che lo annoiava.