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In hoc ligno vinces

Stefano Salis

IN HOC LIGNO VINCES

Stefano Salis

È probabile che ai novantenni di oggi sia accaduto, molto tempo fa, di bere cicoria come succedaneo del caffè e forse qualche gourmet di ricordi rimpiange quella pozione legata alla sua gioventù; pochi, invece, si ricordano del buxus. Era un succedaneo del legno usato per impiallacciature e tarsie e, come tutti i surrogati creati o adottati nel periodo dell’autarchia, avrebbe dovuto – In hoc ligno vinces – contribuire a una vittoria che non ci fu; si limitò, nella breve stagione del suo successo, ad abbellire di venature marmoree e screziature i salotti italiani dell’entre deux guerres. Inventore, produttore ed eponimo di quel surrogato era l’imprenditore Giacomo Bosso (Buxus era la latinizzazione del suo cognome), ma a intuirne le potenzialità espressive fu un artista fantasioso che amava sperimentare nuovi materiali: Fortunato Depero. Se oggi il buxus sta riaffiorando dall’oblio e viene riproposto in qualche asta il merito è dei suoi mobili, intarsi, pannelli, delle sue “buaserì”.