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Salerno eburnea

Una Bibbia elefantina
Francesca Dell’Acqua
Fotografie di R. Bigano e M. Sampaolesi

UNA BIBBIA ELEFANTINA

Francesca Dell’Acqua

Il trono di Salomone era in avorio; anche per questo nel Medioevo l’avorio rivestiva troni imperiali, altari, cattedre episcopali; ma, specie nel Nord dell’Europa, a causa della difficile reperibilità si ricorreva a succedanei: corna di unicorni (così venivano chiamate le zanne di narvalo commercializzate dai Vichinghi) o denti di tricheco. Nell’Italia meridionale, e specie nelle città di mare aperte ai traffici con l’Africa, l’avorio era meno raro, ed è infatti in pura dentina di elefante africano l’indiscusso capodopera della manifattura eburnea medioevale, gli Avori di Salerno: una settantina di formelle che illustrano l’Antico e il Nuovo Testamento, dalla Creazione alla Pentecoste. Con un sorprendente talento per l’illustrazione artigiani di cui ignoriamo tutto arricchirono la Storia Sacra di dettagli aneddotici e realistici (carpentieri che costruiscono l’Arca…) e, nella parte dedicata al Nuovo Testamento, di affollate ambientazioni mediterranee, con riconoscibili skyline del Levante bizantino o musulmano.