
La fuggitiva
LA FUGGITIVA
Massimo NavoniSuo padre era un modesto pastellista, sua madre una parrucchiera; ma quando, il 5 ottobre del 1789, le parigine della sua classe sociale marciarono su Versailles, lei ormai era altro: la ritrattista di Maria Antonietta, l’amica della Du Barry. Capì la gravità di quel che stava accadendo e l’indomani, travestita da operaia, sali su una diligenza e lasciò Parigi. Chi è costretto a fuggire di solito se ne rattrista e si lagna; Elisabeth Vigée Le Brun no: naturalmente gaia e affettuosa, mondana ma senza le perfidie della gente di mondo, esercitava con successo il mestiere di ritrattista e per dodici anni andò raminga di corte in corte, in Italia, a Vienna, a Londra, nella San Pietroburgo della grande Caterina. La fortuna, che le era amica (persino la Rivoluzione, che per un giorno ne aveva minacciato la carriera, contribuì a spargere il suo nome in tutta Europa), oggi è amica di chi possiede una sua opera: a un’asta newyorchese del gennaio di quest’anno Sotheby’s ha venduto un piccolo autoritratto a pastello di Elisabeth Vigée Le Brun in tenuta da viaggio per la somma di 3,1 milioni di dollari.