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Il giardino di Lucian F.

Lucian Freud: il bad boy che amava le piante
Giovanni Aloi
Umiltà delle tamerici
Stefano Mancuso

LUCIAN FREUD: IL BAD BOY CHE AMAVA LE PIANTE

Giovanni Aloi

Ignari e felici, l’uomo e la pianta iniziarono la loro convivenza nell’Eden, per poi proseguirla, dopo la Caduta, negli appartamenti e nei vasi; ed è questo stato, in cui l’élan vital appare impedito, ostacolato, bloccato, e si manifesta nell’espressività delle foglie che da erette diventano reclini, si piegano e ingialliscono, il tema delle immagini botaniche di Lucian Freud. Un cognome che non passava inosservato e una vita eccessiva, scandalosa e bisex, contribuirono alla fama mediatica del pittore nipote di Sigmund; ma se i suoi nudi, i suoi ritratti di signore (Elisabetta II, Kate Moss) erano conosciuti e popolari, nessuno notava le effigi di ciclamino, yucca, elicriso, aspidistra... Con un libro, una mostra, e ora con questo articolo, Giovanni Aloi ha portato in luce una parte dell’opera di Lucian Freud che era rimasta nascosta come sono nascoste le radici.