
I racconti del lato B
I RACCONTI DEL LATO B
Simone FacchinettiVi sono due modi di guardare il rovescio di un quadro: guardarlo capovolto (Kandinskij raccontò di essersi convertito all’arte astratta sorpreso dalla bellezza di una sua opera che distrattamente aveva lasciato sul cavalletto a testa in giù) o guardare il retro, la cui visione è preclusa ai visitatori di Musei. Alcuni artisti – a cominciare dall’olandese Cornelis Norbertus Gijsbrechts che, nel 1672, dipinse in trompe l’œil l’intelaiatura posteriore di un quadro – si sono interessati alla faccia nascosta, lunare delle pinacoteche; tra i viventi, il francese Philippe Gronon ha fatto del fotografare il lato B delle opere d’arte una sua specialità. Ma è nell’universo dei collezionisti e delle case d’asta che i rettangoli dipinti si presentano, nella loro essenza, come entità bifacciali: mille indizi, più o meno espliciti, firme, sigilli in ceralacca, etichette di esposizioni, expertises – anche se non sempre attendibili – permettono di ricostruire la “biografia” di un dipinto, e contribuiscono a fissarne il valore.