Accedi a tutti i contenuti!
Questa storia è disponibile solo per gli abbonati.
Registrati ora per leggere tutti gli articoli di FMR.
Annulla o sospendi l'iscrizione quando vuoi.
Abbonati ora Sei già abbonato? Log In

La sconosciuta in vetrina

Massimo Navoni

LA SCONOSCIUTA IN VETRINA

Massimo Navoni

Nel gennaio del 1972, passeggiando per Parigi, Ricci vide l’autoritratto di una sconosciuta in una vetrina: fu un coup de foudre; lei si chiamava Tamara de Lempicka e la vetrina era quella della Galerie du Luxembourg. Cinque anni più tardi Ricci pubblicò il prezioso volume che avrebbe fatto conoscere al mondo la Lempicka, pittrice déco da tempo dimenticata. La sua opera, parte del conglomerato estetico e culturale che caratterizzava nobili e ricchi dell’entre-deux-guerres, aveva permesso a notabili e patrizi, in bilico tra antiche eleganze e la tentazione fascista, di specchiarsi in ritratti dallo stile ben riconoscibile, insieme neoclassico e post-cubista. I neoclassicismi celebrano di solito la virtù; da quello di Tamara si sprigionava un attraente sentore di vizio. Col tempo la sua fama non ha fatto che crescere; di recente, il Ritratto del dottor Boucard è stato venduto da Christie per 6.635.000 sterline.