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Rosita ama Mercurio

Rosita Copioli

ROSITA AMA MERCURIO

Rosita Copioli

“Costruì in Rimini un nobile tempio in onore di san Francesco, ma lo riempì di tante opere pagane che non sembra un tempio di cristiani ma di infedeli adoratori di dèmoni”: questo, che papa Pio II scrisse di Sigismondo Malatesta, spiega come, nella cattedrale della sua città, Rosita Copioli abbia potuto innamorarsi del VERO Mercurio. Differente da tutte le altre immagini del dio, quella di Rimini fa pensare all’Oriente, a un simulacro Gandhara, a un’apsara cambogiana. È vero, le apsara danzano, Mercurio no; sta in piedi, in rigida posizione frontale. Ma la morbidezza flessuosa del corpo sta come musica alla danza, ne regola i movimenti. Se l’aspetto è anomalo, gli strumenti di cui il dio dispone sono i soliti: un liuto ricavato da una tartaruga e il caduceo che è un segno di pace, perché Mercurio, che sovraintende all’eloquenza, fa da interprete agli dèi e, come il caduceo tiene separati i serpenti, bloccando il loro furore, così l’intervento della parola placa i combattenti, la guerra cessa e si ragiona.