
Serenissimo Paolo
L’INTUIZIONE DI UN DESTINO
Enrico Maria Dal PozzoloNel 1649 Diego Velázquez s’imbarcò a Malaga per l’Italia; aveva l’incarico di arricchire le collezioni del Re con nuovi acquisti e a Venezia si rifornì di opere di Tiziano, Tintoretto e Veronese. Se in seguito qualcuno chiamò “piccola Venezia” il museo dov’erano confluite la collezioni della Corona di Spagna, il merito era anche di quell’inviato speciale e competente. Antica è dunque l’empatia tra Venezia e Madrid e in questi anni si è manifestata col ciclo di mostre che il Prado ha dedicato ai Bassano, a Tiziano, a Tintoretto, a Lotto; ora, a Paolo Caliari. Il servizio di FMR non riguarda il Veronese più conosciuto – il Serenissimo pitór di affollati banchetti, l’artista ufficiale della Repubblica veneta, il colorista senza chiaroscuri (viene voglia di dire fauve) dell’età matura – ma il ragazzo di Verona sin dalle prime prove dotato di una superba tecnica nel disegnare e misteriosamente maturo. A ricostruirne la formazione è Enrico Maria Dal Pozzolo che, insieme a Miguel Falomir, cura la mostra Paolo Veronese (1528-1588), allestita dal 27 maggio al 21 settembre 2025 presso il Museo del Prado.