
Le goût antique de Rome
DALLA DOMUS AUREA ALLA DOMUS ALTIERI
Caterina NapoleoneInciampò e sotto i suoi piedi si aprì una buca dove precipitò; quando si riprese si trovò, come un personaggio de Le mille e una notte, in una sala sotterranea dalle pareti dipinte in modi mai visti. Con quel capitombolo di un anonimo romano del XV secolo era iniziata la storia della decorazione “a grottesche”: presto in quella buca si sarebbero fatti calare, in ceste di vimini e con fiaccole, grandi artisti, e le figure, i ghirigori e le cornici di quella sorta di alfabeto ipogeo, risaliti in superficie, avrebbero trovato posto sulle pareti di molte dimore gentilizie. Le grottesche diventarono il Déco del Manierismo; poi, col tempo e il Rococo, fiorirono le singeries e le chinoiseries: scimmie e figure di orientali sostituirono le chimere e i mostri mitologici del repertorio originario. Stanco di quelle frivolezze, e impressionato dalle novità che arrivavano da Pompei ed Ercolano, il tardo Settecento intese restaurare le goût antique de Rome. Del sogno neoclassico, e della sua rivisitazione delle grottesche, sono un documento affascinante i décors di Palazzo Altieri a Oriolo Romano, opera di un artista importante e negletto: Giuseppe Barberi.