
Luigi Serafini, genio e stralunatezza
LUIGI SERAFINI, GENIO E STRALUNATEZZA
Pietro MercoglianoLuigi Serafini è uno degli artisti più rappresentati nella Collezione Franco Maria Ricci, se si pensa che ne fanno parte tutte le tavole del Codex Seraphinianus, quella coloratissima e dettagliatissima descrizione di un mondo inventato svolta in una scrittura inventata che Italo Calvino definì “l’enciclopedia di un visionario” e così sintetizzò: “Direi che le immagini che più scatenano il raptus visionario di Serafini sono tre: lo scheletro, l’uovo, l’arcobaleno”. Per festeggiare i dieci anni dalla sua apertura, nella primavera del 2025 il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci dedica a Luigi Serafini una mostra che intende risalire alle origini di questo sogno fantastico: un viaggio a ritroso dal celebre Serafini al più intimo Luigi, una ricerca della radice del sogno, all’inseguimento delle ispirazioni del mondo reale che poi l’immaginazione ha sviluppato nei folli mondi del Codex; una rete di rimandi e di allusioni, di citazioni ironiche ed autoironiche, di scherzi e trabocchetti mentali, di folgorazioni e amnesie, di colpi d’occhio e strizzate d’occhio, di salti, di scavi, di abbagli che costituiscono la mappa labirintica di un mondo stralunato e geniale.