
Dal cielo in terra a miracol mostrare
DAL CIELO IN TERRA A MIRACOL MOSTRARE
Maria Cristina ChiusaSi chiamava Giovanni ed era vecchio, enormemente vecchio. I suoi amici di gioventù (ogni tanto ne ripeteva i nomi e, se arrivava a undici, sapeva di averli detti tutti) erano morti: chi di spada, chi lapidato, chi scuoiato vivo, che crocifisso a testa in giù. Credeva di non rivederli più. Non da vivo, almeno; invece li rivide. Lui, decrepito e dolorante; loro, seduti in cerchio sopra le nuvole, alla base di una cupola (il cielo), nudi e nel pieno rigoglio di una vigorosa maturità. In mezzo, nuotando nello splendore, morto anche lui ma per poco, crocifisso e subito risorto, l’uomo di cui erano stati i seguaci. Se sino a ieri, per condividere quella visione, i visitatori di Parma dovevano alzare gli occhi verso la cupola dipinta dal Correggio nella chiesa dedicata a san Giovanni Evangelista, oggi, dopo cinquecento anni, gli apostoli sono scesi e si sono messi in fila, in modo che i visitatori possano apprezzare i dettagli, le delicatezze di chi li dipinse. Sapiente intermediario di questa “parusia” il fotografo Lucio Rossi.