
Libellule e serpenti
LA NATURE LUI A RÉPONDU
Luísa SampaioSecondo Pierre Cartier il prestigio di un gioielliere era proporzionale ai carati e alla qualità delle pietre che trattava; radicalmente diversa l’interpretazione del mestiere da parte di Lalique, il più grande gioielliere Art Nouveau prima di diventare il più grande artista Art Déco del vetro. Calcedonio, pietra di luna, opale, citrina, smalto, avorio, corno, cristallo erano alcuni dei materiali che prediligeva per le sue creazioni; e se c’era bisogno di una perla, meglio scaramazza, cioè irregolare. La morfologia degli insetti – esoscheletri, tegumenti… – era una delle sue fonti d’ispirazione; altra fonte, le forme dei fiori. Suo committente, collezionista e amico fu un uomo infinitamente ricco: il petroliere armeno Calouste Gulbenkian, che alla profusione di brillanti, rubini, smeraldi o zaffiri preferì le stupefacenti novità offerte dall’ingegno di Lalique. Ed è a Lisbona, nel Museo della Fondazione Gulbenkian, che si possono ammirare i tesori riprodotti in queste pagine.