Accedi a tutti i contenuti!
Questa storia è disponibile solo per gli abbonati.
Registrati ora per leggere tutti gli articoli di FMR.
Annulla o sospendi l'iscrizione quando vuoi.
Abbonati ora Sei già abbonato? Log In

Lavinia e il milione

Simone Facchinetti

LAVINIA E IL MILIONE

Simone Facchinetti

Bazzicando il passato si incontrano donne che, pur muovendosi all’interno di una società patriarcale, ebbero fama e prestigio; i contemporanei le ammiravano, al contrario dei posteri che le avrebbero dimenticate, come si dimentica un’anomalia. È il caso di Lavinia Fontana, pittrice bolognese vissuta a cavallo tra Cinque e Seicento. Numerose sono le sue opere e alcune colpiscono per la loro stranezza: il ritratto di Antonietta Gonsalvus, fanciulla irsuta; quello conturbante di Bianca degli Utili Maselli con sei figli che prefigurano un mondo di cloni (effetto che torna in altre affollate opere di Lavinia); una Minerva senza chitone e senza egida, nuda come Afrodite. Imposta dai fenomeni sociali del nostro tempo, la riscoperta delle artiste, non solo per la bravura ma anche per il genere, movimenta le aste e altri più riservati passaggi di proprietà; e infatti negli ultimi tempi le tele di Lavinia hanno abbattuto a più riprese la barriera del milione di euro e attirato acquirenti prestigiosi come la National Gallery di Washington.