
Enfant prodige senza maestri
SCIAPLÈN
Cristina NuzziDi nome era Elisabeth e il cognome, Chaplin, era uguale a quello di un suo coetaneo più vecchio di un anno e a tal punto popolare da non lasciare spazio per gli omonimi; ma omonima lei lo era solo da scritta: nella vita non scritta era francese e quindi: Sciaplèn. A dieci anni le regalarono una scatola di colori; a quattordici dipinse un quadro – un autoritratto con ombrello verde – oggi conservato agli Uffizi. Nella figura di Elisabeth jeune fille en fleur si legge la volontà di guardare il mondo con occhi limpidi, distanti, senza indulgenze. Continuò a dipingere nel corso di una lunga vita, trascorsa per la maggior parte in Italia, in particolare sulle colline intorno a Firenze. Fedele alla strada imboccata da adolescente, la arricchì con suggestioni che le venivano dai toscani del Quattrocento, dalle stampe giapponesi, dai Nabis. La sua opera include una serie di tele suggerite da personaggi ed episodi alla mitologia greca, ma le più toccanti restano quelle ispirate a momenti della vita familiare, come Le tre sorelle in cui è palpabile il turbamento provocato da tuoni e interruzioni notturne dell’elettricità nella vecchia casa di campagna.