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Fuoco, acqua, secessione

Vittorio Zecchin murrine su tela
Giorgio Villani

VITTORIO ZECCHIN MURRINE SU TELA

Giorgio Villani

Era un vetraio di Murano ma anche un ceramista, un creatore di arazzi e tappeti, un supremo artigiano; tale lo considerava Gabriele d’Annunzio che nella Leda senza cigno raccontò una visita al suo atelier. Più tardi è ancora a titolo di Maestro nelle arti applicate che riviste di design come Domus e Casabella contribuirono a divulgare il suo nome. A lungo quella fama fece dimenticare la pittura di Vittorio Zecchin. Non si era mai mosso da Venezia ma i riflessi del fuoco nelle fornaci, quelli tremanti dell’acqua sui muri colorati, quelli della Secessione viennese visti nel giardino delle Biennali e quelli dell’Oriente, che in laguna erano dappertutto, nutrirono la sua visione. Creati per la sala da pranzo del veneziano Hotel Terminus, i pannelli de Le Mille e una notte, culmine dell’arte di Zecchin, evocano un mondo fantasy di schiave e principesse, “di gemme, di cristallo, d’ebano e corallo e di delicate lamine d’oro”.