
Il brusio delle spiagge
IL BRUSIO DELLE SPIAGGE
Giovanni MariottiEsistevano da sempre, ai margini di certe città di mare, quei piccoli Sahara domestici. Nessuno li frequentava: percorrerli avrebbe significato avanzare con fatica e tornare a casa con scarpe piene di sabbia; ma a un certo punto diventarono popolosi, sia pure in modo intermittente, stagionale. Qualcuno aveva scoperto i vantaggi per la salute dei bagni di mare, sole, aria. Nato a Tunisi, a dieci anni Moses Levy (1884-1946) aveva seguito la famiglia in Toscana, dov’era stato allievo, fra gli altri, del vecchio Giovanni Fattori; ma il tema che scelse in pittura, negli anni della prima Guerra Mondiale, fu una forma di vita nuova, gaia, alleggerita: quella delle spiagge. A Viareggio e in tutta la Versilia era l’età d’oro per le villeggiature marine dell’élite che dettava le mode; fu l’età d’oro anche per la pittura di Levy, che ritrasse quel mondo di mondani migranti con occhi e mano felici.