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Il sorriso totonaca

Giorgio Antei
Fotografie di Massimo Listri

Il sorriso totonaca

Giorgio Antei

Nonostante l’aridità del paesaggio, sulle alture del sud del Messico, a metà strada fra Veracruz e Oaxaca, fiorirono sorrisi d’una gaiezza mai vista. Tale fenomeno, pervenutoci grazie all’arte dei ceramisti mesoamericani, si protrasse per diversi secoli, corrispondenti all’Alto Medioevo cristiano. Nel Vecchio Mondo non accadde nulla di minimamente paragonabile fin dopo il Mille, quando apparve il “riso gotico”, quell’espressione di lieta beatitudine riconoscibile sul volto dell’“angelo di Reims”: un’espressione estatica, ben diversa da quella ilare delle figure messicane. Un confronto, semmai, potrebbe essere stabilito con il riso carnascialesco, invalso fin dall’antichità greco-romana in occorrenze festive e rituali come i saturnali; in occasioni, cioè, in cui il riso era polivalente: segno di vita, segno di morte, segno di rigenerazione.